CONSIGLIO DELLA MARINA
Era un'istanza particolare del Consiglio del re in cui venivano trattati tutti
gli affari concernenti la marina. Si sa che dal 1608 esisteva un Consiglio perla
marina, come appare da un decreto del Consiglio di Stato del 19 gennaio 1608
emesso dal re nel suo consiglio, concernente la marina. Dopo che la carica di
ammiraglio fu soppressa nel 1626, fu stabilito un Consiglio della marina che
si teneva presso il cancelliere [...]: fu soppresso nel 1669 quando venne ripristinata
la carica di ammiraglio. Durante la minore età del re fu ancora stabilito
Consiglio della marina, con ordinanza del 3 novembre 1715. La forma di questo
consiglio fu cambiata da due altre ordinanze dell'11 luglio 1716 e del 31 agosto
1720. Secondo l'ultimo regolamento, questo consiglio si teneva due volte alla
settimana e anche più spesso, se era necessario. Esso era composto dal
conte di Tolosa, ammiraglio, dal maresciallo d'Estrées, in qualità di presidente, da diversi signori Ufficiali di marina e altri e da alcuni magistrati.
Era di sua competenza:
1. Tutto
ciò che concerneva la marina di Levante e di Ponente, le galere, i consolati,
le colonie, i paesi e le concessioni delle Indie orientali, occidentali e dell'Africa,
le fortificazioni delle piazzeforti marittime, la costruzione, il mantenimento
e le riparazioni di arsenali, banchine, bacini, chiuse, dighe e batterie, per
la conservazione, l'entrata e la difesa di porti e rade e il mantenimento dei
corpi di guardia nelle capitanerie-guardiacosta.
2. L'ispezione ai negozianti che compongono a ogni grado il corpo della nazione,
in tutto ciò che non riguardava il dettaglio del loro commercio.
3. Mantenere i privilegi dei negozianti sotto la bandiera di Francia, reprimere
gli abusi di bandiera e le frodi di coloro che prestavano il loro nome agli
stranieri.
4. La direzione delle Compagnie delle Indie orientali, del Senegal e altre,
per quanto concerneva la guerra e le basi dove vi erano truppe e comandanti.
5. La cura di facilitare l'invio ai vascelli mercantili dei soccorsi di cui
potessero avere bisogno in paese straniero e di far cessare i fastidi e gli
ostacoli che, a causa di sequestri o di altri impedimenti, potessero subire
nella loro navigazione.
6. Proporre la spedizione degli ordini necessari ad aprire e chiudere i porti
e a inviare squadre o scorte destinate alla protezione del commercio, alla sicurezza
delle coste o dei mercantili; analogamente, anche gli ordini per aprire e chiudere
i porti dovevano essere mandati dal Consiglio della marina a comandanti, intendenti,
autorità portuali e, da parte dell'ammiraglio, agli ufficiali dell'ammiragliato.
7. Era anche incaricato dei negoziati e trattati con le potenze di Algeri, Tunisi,
Tripoli c con il re del Marocco; del riscatto e scambio degli schiavi e della
protezione dei luoghi santi di Gerusalemme.
I rapporti
in forma di istruzioni concernenti la marina, per ambasciatori e inviati, dovevano
essere emessi da questo consiglio e portati dal conte di Tolosa al Consiglio
di reggenza; dopo esservi stati approvati venivano comunicati al segretario
di Stato incaricato degli affari esteri. I contratti per le forniture generali
e particolari della marina si facevano in questo consiglio e, se conveniva stipulare
un contratto nei porti, esso doveva essere approvato dal consiglio. I conti
delle entrate e uscite per gli invalidi della marina venivano da esso approvati
ogni anno.
Una volta deliberato sugli affari nel consiglio, il conte di Tolosa doveva raccogliere
i voti. Se non vi era maggioranza, il suo voto era determinante e così
pure, in sua assenza, quello del presidente e, in assenza del presidente, quello
del consigliere che aveva presieduto. Il conte di Tolosa doveva recarsi nei
giorni stabiliti dal reggente per rendergli conto degli affari su cui era necessario
ricevere i suoi ordini. Quando ve n'erano di riguardanti solo le galere, il
conte di Tolosa ne dava comunicazione al cavaliere d'Orléans, generale
delle galere, che si recava assieme a lui dal reggente e faceva il suo rapporto.
Il conte di Tolosa riferiva al Consiglio di reggenza gli affari che dovevano
esservi portati e le delibere del Consiglio della marina su ogni questione.
Era in suo potere tuttavia, quando lo ritenesse necessario, proporre al reggente
di convocare presso d Consiglio di reggenza il referendario, consigliere nel
Consiglio della marna, per farvi il rapporto sugli affari affidatigli. I dispacci
e altre spedizioni fatte in nome del consiglio erano firmati solo dal conte
di Tolosa, tranne quelli riguardanti il servizio delle galere, firmati congiuntamente
da lui e dal generale delle galere, e quelli sulle fortificazioni delle piazzeforti
marittime, firmati congiuntamente da lui e dal marchese d'Asfeld, anch'egli
membro di questo consiglio.
Tale era l'ultima veste di questo Consiglio fino al mese di marzo 1723, allorché furono ristabilite le funzioni di segretario di Stato alla marina a favore del
conte di Morville, come lo erano alla fine del regno di Luigi XIV, per cui il
Consiglio della marina fu soppresso.
Boucher d'Argis