QUADRANTE INGLESE

Strumento assai usato per mare, così chiamato perché è stato inventato da un capitano inglese di nome Davis.
Questo strumento serve a prendere l'altezza del sole; consiste in due archi FG, ED, il primo di 30 gradi e l'altro di 60, e in tre martelli A, B, C; si veda tav. Navigazione, fig. 6. I due archi sono graduati nel modo seguente: sull'arco ED il punto zero è in D e si conta da questo punto fino alla linea AG dove sono marcati i 60 gradi; sull'arco FG si conta in senso contrario, essendo il punto zero in F e i 30 gradi marcati sulla stessa linea AG. li martello A, attraverso il quale si osserva l'orizzonte, è intagliato in lunghezza da un traguardo molto stretto, lungo 6 o 7 linee . Il martello C non ha che un piccolo foro per porvi l'occhio; il terzo, B, non è forato: questi tre martelli devono essere perpendicolari al piano dello strumento e B e C devono avere dei supporti a incastro per scorrere sugli archi FG, ED, che hanno ovunque uguale spessore, affinché i martelletti rimangano fermi in ogni punto li si metta. Il martello A, invece di un supporto, ha un foro quadrato per entrare sull'asta GA fino al centro A.
Per usare questo strumento si mette il martello B sull'arco da 60', a un grado pari di latitudine, minore di 10 o 15 gradi del complemento dell'altezza che si stima debba avere il sole; si mette in seguito il martello A al centro A e il martello C sull'arco FG; voltando allora le spalle al sole si alza lo strumento e si guarda attraverso il traguardo C, alzando e abbassando lo strumento fino a che l'ombra del bordo superiore del martello d'ombra B non cada sul bordo superiore della fessura che si trova sul martello A; se, guardando sempre attraverso il traguardo C, si vede l'orizzonte attraverso questa fessura, l'osservazione è ben fatta; se invece si vede il mare o il cielo, bisogna abbassare il martello C verso F, o alzarlo verso G fino a che il raggio visuale che va dal traguardo C alla fessura del martello A sia infine tangente all'orizzonte. Si osserva in seguito, sull'arco di 30 gradi, quanti gradi e primi vi sono tra il punto zero e il punto indicato dalla perpendicolare abbassata su questo arco dal centro del foro del traguardo e si aggiungono a questi gradi quelli contenuti sull'arco da 60, dallo zero fino al punto indicato dal bordo superiore del martello B. Se l'osservazione fosse stata fatta con il bordo inferiore del martello d'ombra, bisognerebbe contare dallo zero al punto indicato da' questo bordo; la somma di questi gradi sarà la distanza del sole dallo zenith o il complemento della sua altezza sull'orizzonte.
Poiché questo metodo di osservazione fornisce solo la distanza del lembo superiore o inferiore del sole dallo zenit e non del suo centro, quando si traguardo H bordo superiore del martello B si devono aggiungere all'angolo trovato con l'osservazione 16 primi per il diametro del sole e ciò darà la distanza vera fra il centro del sole e lo zenith. Quando al contrario si traguardo la parte inferiore del martello B, bisogna sottrarre questi 16 primi per avere l'altezza del sole; ma se si considera che l'altezza dell'osservatore sul livello del mare è di solito fra i 16 e i 20 piedi, si vedrà che invece di sottrarre 16 primi bisognerà in quest'ultimo caso sottrarne 20 e, al contrario, nel primo caso, aggiungerne solo 12; se ne vedrà il motivo alla fine di questa voce.
Sono stati apportati in epoche successive cambiamenti e correzioni a questo strumento: alcuni ad esempio hanno posto uno specchietto sul martello A perché l'ombra si veda con maggiore nettezza; altri hanno forato il martello B e vi hanno posto una piccola lente acciocché, formando il sole un puntino luminoso su questo stesso martello A, si possa osservare con maggiore precisione, specie quando H sole è coperto da nuvole o in caso di nebbia; in tali condizioni infatti, osservando col metodo consueto, l'ombra del martello B su quello A diventa assai indefinita e ciò diminuisce di molto la precisione dell'osservazione. Senza parlare degli inconvenienti a cui questi cambiamenti potrebbero essere soggetti, dirò solo che è inutile dedicarsi a perfezionare uno strumento che non potrà mai essere perfetto, mentre ne abbiamo uno così eccellente, intendo dire lo strumento di Hadley. Del resto, poiché il quadrante inglese è il migliore fra quelli in uso prima dell'invenzione di quest'ultimo, si può ancora servirsene in molti casi in cui non sia assolutamente necessaria una grande precisione. [...]
E chiaro che quando si compie l'osservazione con la balestriglia sul davanti, si verifica esattamente il contrario di ciò che accade usando il quadrante inglese e che di conseguenza bisogna sottrarre dall'altezza ricavata del sole sull'orizzonte ciò che si aggiungerebbe servendosi del quadrante inglese.

Le Roy