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L'esperimento Serapis
Nel settembre 2001 è stato eseguito un esperimento di tomografia sismica nei golfi di Napoli e Pozzuoli con lo scopo di definire le caratteristiche della caldera flegrea. L’esperimento ha previsto circa 5000 energizzazioni effettuate a mare mediante cannoni ad aria compressa disposti su una nave oceanografica. Le onde sismiche così generate erano acquisite da 72 sismografi da fondo marino (OBS, Ocean Bottom Seismograph) e da 60 stazioni sismiche a tre componenti disposte sulla terra ferma.
Nella figura sulla sinistra è mostrata in rosso la rotta seguita dalla nave oceanografica durante l’esperimento. La nave oceanografica effettuava uno scoppio all’incirca ogni 120 m. I cerchietti in blu rappresentano invece le posizioni degli acquisitori sismici. Come si può immaginare, durante l’esperimento Serapis, è stata raccolta una notevole quantità di dati, attualmente in corso di elaborazione.
Sono presentati sulla destra alcuni risultati preliminari derivati dall’analisi di tali dati.
In particolare sono mostrati gli andamenti in profondità delle velocità di propagazione delle onde sismiche lungo le due sezioni ortogonali AA’ e BB’.   Il principale risultato che si evince da queste figure è la presenza di una depressione del basamento a circa 5000 m di profondità (curva rossa) che si estende in direzione SSO a partire dal Golfo di Pozzuoli e la cui natura e relazione con l’attività vulcanica dei Campi Flegrei è in corso di studio.