ALBERI
Pezzi di legno arrotondati grossi e lunghi che si ergono quasi perpendicolarmente
sul vascello per reggere i pennoni e le vele. L'albero di bompresso deve essere
escluso da questa definizione perché è puntato in avanti con un
angolo di circa 45 gradi. Gli alberi sono rinforzati e sorretti da manovre quali
le sartie e gli stragli.
I principali sono i quattro alberi che partono immediatamente dal ponte. I grandi
vascelli hanno quattro alberi: uno verso poppa, chiamato albero di mezzana (Marina,
tav.0 I, contrassegnato W); il secondo al centro, detto albero di maestra, contrassegnato
X; il terzo verso prua, detto albero di trinchetto contrassegnato Y; il quarto
si chiama albero di bompresso, contrassegnato Z. A questi quattro alberi se
ne aggiunge a volte un quinto che è una doppia mezzana.
Si vedano questi stessi alberi anche nella fig. 2 della tav. I, n. 38, 60, 95
e 14.
Ogni albero è diviso in due o tre parti o giunte che portano anch'esse
il nome di alberi che si distinguono all'incastro, tra le crocette e la testa
di moro - i punti cioè in cui ogni albero è assemblato con l'altro
- giacché la testa di moro fissa la giunta dall'alto, mentre dal basso
essa è tenuta da una grossa chiave o caviglia di ferro quadrangolare.
L'albero che si innesta su quello di mezzana si chiama albero di contromezzana.
L'albero innestato su quello di maestra si chiama albero di gabbia e l'albero
innestato su quest'ultimo è detto di gran velaccio. Si dà il nome
di albero di parrocchetto a quello che si innesta su quello di trinchetto e
l'albero innestato su quest'ultimo è detto di velaccino, come la vela
che ad esso è sospesa; infine albero di parrocchetto di bompresso è il nome dell'albero innestato sul bompresso.
Si veda Marina, tav. 1, fig. 1 e 2.
Gli alberi dei vascelli più grandi sono fatti spesso di diversi pezzi;
oltre a curare che questi siano ben assemblati fra loro, li si fascia ancora
con solide cime e si applicano delle lapazze per rinforzarli. Vengono anche
pitturati abbastanza spesso in basso e spalmati di catrame, specie in alto,
attorno alle coffe e in testa, perché si conservino: il loro piede, è
tagliato a esagono o a ottagono e così pure le maestre. L'albero di maestra
è posto più o meno al centro del vascello, nel suo punto di maggiore
solidità. L'albero di mezzana è situato il più distante
possibile da quest'ultimo, per dare alla sua vela la massima ampiezza, sempre
che vi sia comunque spazio sufficiente dietro a quest'albero per manovrare con
facilità e per far muovere la barra del timone. Per stabilire una regola
in proposito che compendi tutte queste esigenze, i costruttori dividono la lunghezza
del vascello in cinque parti e mezza e collocano questo albero tra la prima
e la seconda parte, a cominciare da poppa. Questa stessa regola serve a piazzare
l'albero di trinchetto e la sua posizione è alla quinta parte della lunghezza
a partire da prua. Il piede di questo albero non poggia sul fondo, essendo impedito
dalla curvatura della prua, ma è posto sul punto di assemblaggio della
ruota di prua con la chiglia. Poiché l'albero di bompresso è completamente
esterno al vascello, la sua posizione non è fissa.
Si veda BOMPRESSO.
Nel loro assetto gli alberi di maestra e di mezzana pendono un po' verso poppa
per caricare il vascello in quel senso e consentirgli di orzare meglio. [...]
Gli alberi alti, ivi comprese le aste delle bandiere, si calano attraverso dei
fori fra le crocette, dal davanti, mentre gli inglesi li calano da dietro benché
ciò sia più difficoltoso. E' a un comandante di vascello di Enchuise,
chiamato Krein Wouterz, che si deve il sistema di fissare gli alberi in modo
da poterli ammainare quando si vuole e rimetterli con la stessa facilità.
Un vascello viene alberato sollevando gli alberi con macchine per alberare,
gru, alleggi; anche quando sono già installati, capita a volte che li
si cambi di posto togliendo le mastre, usando dei cunei per spingerli fuori
e tirandoli per mezzo degli stragli e dei paterazzi.
Gli alberi più belli provengono dalla Norvegia o dalla Biscaglia. Se
ne ricavano di molto apprezzati anche dal monte Libano e sulle coste del mar
Nero. [...]