ROMBO
E' un
qualsiasi cerchio verticale passante per un punto dato, ossia l'intersezione
di questo cerchio con l'orizzonte. Di conseguenza i rombi corrispondono ai diversi
punti dell'orizzonte. E' per questo che i marinai danno ai diversi rombi gli
stessi nomi che al venti e ai punti dell'orizzonte. Si calcolano di solito 32
rombi, rappresentati con 32 linee tracciate sulla carta e che, partendo da uno
stesso centro, occupano a distanze uguali tutta l'ampiezza della bussola. Si
veda BUSSOLA. Aubin definisce il rombo una linea tracciata sul globo terrestre
o su una carta nautica per rappresentare uno dei 32 venti che possono spingere
un vascello. Così che il rombo seguito da un vascello è da intendersi
come la sua rotta. I rombi si dividono e si suddividono in maniera analoga ai
punti cui corrispondono. Il rombo corrisponde quindi a un punto cardinale, il
mezzo rombo al punto collaterale, quello cioè distante dal primo 45 gradi;
il quarto di rombo forma con esso un angolo di 22' e 30' e il mezzo quarto di
rombo un angolo di 1l' e 15' con il quarto di rombo.
Linea di rombo o lossodromia: termine di navigazione che significa la curva
descritta da un vascello che conserva sempre lo stesso rombo, che tiene cioè
sempre lo stesso angolo col meridiano. Questo angolo è detto angolo di
rombo o angolo lossodromico. L'angolo compreso tra la linea del rombo e un parallelo
qualsiasi all'equatore è chiamato complemento del rombo.
Se il vascello fa vela lungo l'asse nord-sud, forma con il meridiano un angolo
infinitamente piccolo ed è come se fosse parallelo a esso o piuttosto
come se procedesse sul meridiano stesso. Se fa vela lungo l'asse est-ovest,
taglia tutti i meridiani ad angolo retto. Nel primo caso descrive un cerchio
massimo, nel secondo caso descrive l'equa ore o un Parallelo; se il percorso
del vascello è tra i punti cardinali, non è un cerchio che esso
percorre, poiché un cerchio descritto sulla superficie del globo non
può tagliare tutti i meridiani con lo stesso angolo. Di conseguenza esso
descrive un'altra curva la cui proprietà è di tagliare tutti i
meridiani con lo stesso angolo. Questa curva è quella chiamata lossodromia
o linea di rombo. E una sorta di spirale analoga a quella logaritmica e che,
come essa, compie un'infinità di giri prima di arrivare a un punto verso
cui tende e a cui si avvicina continuamente. Il punto asintotico della lossodromia
è il polo, cui essa non può mai arrivare per quanto possa avvicinarvici.
La linea descritta da un vascello spinto da un vento che forma con il meridiano
lo stesso angolo è una lossodromia, tranne nei due casi di cui abbiamo
parlato sopra. Questa linea è l'ipotenusa di un triangolo rettangolo
i cui due altri lati sono il percorso del vascello in latitudine e in longitudine.
La latitudine è conosciuta con l'osservazione. Si veda LATUDINE; l'angolo
fra il rombo e uno o l'altro dei due lati del triangolo si conosce con il compasso
che serve a questo uso. Ne consegue che tutto ciò che occorre calcolare
è la lunghezza della linea del rombo ovvero - che è poi lo stesso
- il cammino che percorre il vascello. Si veda NAVIGAZIONE e SOLCOMETRO.
Se PA, PF, PG tav. Navigazione, fig. 7) sono meridiani, AI l'equatore, BE, KL,
MN paralleli, AO rappresenterà la lossodromia i cui angoli, rispetto
al meridiani, sono uguali e quindi diversi da quelli del cerchio massimo poiché
un cerchio massimo taglia i meridiani con angoli ineguali; ne deriva che questa
curva non è un cerchio massimo della sfera. Di conseguenza, se la prima
direzione del vascello è verso E (in modo da far passare per questa prima
direzione un cerchio massimo che tagli in E il meridiano PE) e il vascello continua
a procedere sullo stesso rombo, non arriverà mai in E, ma in un punto
O più distante dall'equatore. Ora, poiché il cammino più
breve tra un punto e l'altro della superficie di una sfera è un arco
di cerchio massimo che passa per i due punti, è evidente che la lossodromia
non è il cammino più breve tra due punti dati, o la distanza più breve tra un luogo e l'altro. (Chambers).
D'Alembert